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IL PROGETTO
UNA BARCA ACCESSIBILEIl Progetto: la barca a vela senza barriere
Il progetto per una barca senza barriere nasce da una disavventura poco dopo essere rimasto paraplegico e dall’incontro fortuito con Cadamà
Due estati dopo l’incidente che mi ha messo su una seggiola a rotelle mi sono lanciato in una crociera di tre settimane su un 54 piedi non accessibile nel Dodecaneso. Avevo con me attrezzature per arrampicata, cuscini da assicurare al sedere, la mia adattabilità e tanta voglia di vivere. In pochi giorni mi resi conto che non era proprio una passeggiata e che la cosa peggiore era sentirmi un sacco di patate, totalmente inutile per la conduzione della barca.
Da qui nasce l’idea di una barca che permettesse in modo particolare alle persone con paraplegia ed a tutte le persone con disabilità più in generale di potersi impegnare nella navigazione a vela, ponendosi alle manovre e/o al timone, anche per crociere di più giorni. Una barca a vela che non fosse semplicemente accessibile ma letteralmente vivibile.
Nell’inverno del 2014 vidi Cadamà e fu passione a prima vista. Ho sempre amato la bellezza e la poesia delle barche in legno e da subito mi accorsi che le sue dimensioni particolarmente importanti garantivano la circolazione delle seggiole a rotelle, così anche se le condizioni non erano perfette ma avendo in mente un’idea di ciò che volevo decisi di lanciarmi in questa avventura.
Le modifiche apportate sono state effettuate in diverse riprese con una logica empirica di tentativi ed errori. Io stesso non avevo del tutto chiaro le difficoltà di una vita a bordo giorno dopo giorno e la fatica fisica di ripetere manovre come issarsi con il bansigo fino alla coperta diverse volte al giorno per periodi prolungati. A questo va aggiunta la difficoltà di far comprendere le esigenze di stabilità e/o mobilità a operai ed artigiani con una tradizione ed una visione della vela ben diversa dalle necessità di una persona portatrice di disabilità, il tutto racchiuso nella ferrea volontà di mantenerne inalterate non solo l’estetica ma anche lo spirito stesso di questo meraviglioso ketch.
A oggi l’accesso a bordo è garantito da una passerella apposita in carbonio, larga e con i bordi rialzati per contenere le ruote anteriori, perfettamente allineata con la falchetta di poppa grazie ad agganci studiati appositamente. E’ possibile, in caso di bisogno, dotarla di tientibene amovibili. Al suo punto di arrivo il lazzaretto di poppa è stato portato a quota zero e subito oltre, il paraonde a protezione del pozzetto è stato eliminato. Il pozzetto stesso, in presenza di seggiole a rotelle, viene chiuso diventando un tutt’uno con il ponte mentre il dislivello tra il pozzetto e la prima tuga viene superato tramite una rampa così da permettere alle seggiole di arrivare al tambugio e all’elevatore che porta in quadrato.
Durante la navigazione sedute a guscio con cinture di sicurezza a più punti e ruote a scomparsa permettono di spostarsi in sicurezza tra le diverse postazioni. Piccoli paranchi aiutano a “fissare” guscio e velista, permettendogli l’utilizzo dei winch o del timone eliminando l’uso della seggiola a rotelle. Al momento utilizziamo tre gusci, uno per murata al winch oppure alla randa e uno al timone. Per chi non potesse o volesse rinunciare all’uso della seggiola vi sono due postazioni dove fissarla, una sulla prima tuga a sinistra del tambuggio e una nel pozzetto a dritta del timone.
Come detto il progetto delle modifiche per rendere la barca accessibile è stato elaborato e portato avanti giorno dopo giorno con la vita di bordo ed è in continua evoluzione. Al momento siamo alla seconda versione per i gusci con una terza in studio mentre stiamo valutando la fattibilità di un ulteriore intervento per rendere accessibile anche la parte di prua della barca
https://vimeo.com/244900582
Dettaglio progetto barca a vela accessibile – sottocoperta, sezione e dettaglio elevatori.
Sono evidenziati in rosso gli interventi per garantire l’accessibilità di Cadamà. Dal tambugio allargato un elevatore porta in quadrato, un secondo elevatore a pantografo porta alla cabina armatoriale mentre è in studio un terzo elevatore e la rielaborazione degli spazi interni per l’accessibilità di prua. Tutte le porte sono state allargate e la battuta eliminata
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